VIAREGGIO. “Tutte le realtà politiche e sociali che compongono la Brigata Sociale Antisfratto – collettivo Caracol, Blocco Anticapitalista, centro sociale Sars -, l’Unione Inquilini e le famiglie in lotta per il diritto alla casa di Viareggio intendono esprimere tutta la loro vicinanza e solidarietà ad Andrea e Debora, i due ragazzi diventati, loro malgrado, il simbolo della manifestazione contro precarietà e austerity del 12 aprile, così come intendiamo esprimerla a tutti i feriti, arrestati e denunciati della giornata”. A scriverlo in una nota sono Unione Inquilini e Brigata Sociale Antisfratto.

“Lo sciacallaggio mediatico scatenato intorno ai due compagni scesi in pullman a Roma insieme a noi vorrebbe focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su un singolo gesto – nobile ed altruistico da una parte, bieco e vile dall’altra -, oscurando le reali motivazioni che li hanno portati insieme ad altre 20mila persone a manifestare il loro dissenso e voglia di una società migliore per le strade della capitale e la reale portata della risposta poliziesca vista quel giorno.

“Quotidianamente ci troviamo, tutti insieme, a fare i conti con la progressiva sottrazione di diritti, a scontrarci con gli attacchi sferrati da governi borghesi e padroni di turno, cercando di difendere e rivendicare una casa, un salario decente, una sanità pubblica, piuttosto che servizi sociali o un’istruzione realmente accessibili per tutti.

“Dal job act al piano casa del ministro Lupi, chi ci governa attacca violentemente quei soggetti che già oggi pagano sulla propria pelle la crisi e le politiche criminali portate avanti dagli alfieri europeisti dell’austerity e dai loro servi a marchio Pd. E chi prova ad autorganizzarsi per resistere e creare qualcosa di diverso, di migliore e solidale viene additato e criminalizzato come se fosse un pericoloso terrorista, per non parlare dell’ormai onnipresente tentativo di dividere i movimenti in manifestanti buoni e manifestanti cattivi.

“In questo momento di clamore mediatico, senatrici e politicanti vari si accalcano per esprimere solidarietà e lanciare proclami sulla ‘democratizzazione’ delle forze dell’ordine. Ma quando quelle stesse divise buttano una famiglia in mezzo alla strada o caricano selvaggiamente un picchetto di lavoratori dove sono?

“L’Europa che viviamo oggi è fatta di quasi 30 milioni di disoccupati, più di 100 milioni di cittadini, immigrati e non, a rischio povertà, 11 milioni di case vuote, con un fabbisogno abitativo che potrebbe essere potenzialmente soddisfatto al 130%. Ma chi prova a denunciare e a resistere attivamente a questo desolante scenario viene caricato, denunciato, criminalizzato.

“A Roma abbiamo visto una piazza riempita da soggetti reali, da immigrati, lavoratori precari e non, studenti, disoccupati, famiglie senza casa, tutti uniti dalla voglia di una vita migliore e dalla ricerca di quella dignità che tentano di strapparci ogni giorno. Abbiamo visto la possibilità e l’urgenza di continuare a costruire tutti insieme un percorso che ci porti fuori dai pantani dell’impero.

“Siamo fianco di Andrea, Debora, Ugo e tutti gli altri compagni per ribadire, se ancora fosse necessario, che non esistono violenza, lacrimogeni o carceri che possano fermare la nostra voglia di vivere o quella della bimba nata al Matteotti Occupato quella notte stessa”.

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